Cara nonna Ester, il tuo era il nome di una regina, e così sempre sarai per noi, la regina dei nostri cuori. Sono tanti i ricordi di te che adesso mi tornano in mente. I più belli sono anche quelli più semplici. quando alle superiori tornavo da scuola e tu ci tenevi a farmi trovare il pasto appena riscaldato, da brava nonna che vizia sempre i suoi nipoti, perché tu eri così: altruista, abnegata, sempre disponibile, sempre al servizio di figli e nipoti. La famiglia è sempre stata la tua priorità.
Hai speso un’intera vita per fare piacere agli altri, e ci sei riuscita sempre bene, talmente bene che ora è doppiamente difficile non averti più con noi. Ci hai lasciato repentinamente, in modo indolore. Te ne sei andata proprio come hai sempre desiderato, silenziosamente, nel sonno. Scommetto che stavi sognando il nonno, come facevi sempre… Spero che tu abbia sognato che ti accogliesse tra le sue braccia.
Hai lasciato un grande vuoto nonna, che verrà colmato solamente quando potrò rivederti, e spero davvero che avvenga presto.
In quella camera ardente fredda e vuota, in quella stanza desolata e bianca che non ti rende giustizia, tu che eri sempre attorniata da tanta gente e da tanti rumori… vedo il tuo bel viso rilassato, leggermente truccato, così freddo al tatto, tu vestita con quel tailleur elegante che evidenzia la tua figura fiera, ed è davvero come se stessi dormendo. Così è anche in realtà, stai dormendo un sonno da cui ti risveglierà solo Dio.
Ti ricordi quando ero piccola, nonna? Quando in estate ci divertivamo nel mare di Cattolica? Tu facevi il ponte e io ti passavo sotto le gambe, sotto l’acqua… Oppure quando ridevamo perché ti inventavi i nomi dei cinesi storpiandoli tra connotazioni sessuali e dialetto romagnolo? 🙂 A te piaceva scherzare così, perchè non avevi falsi pudori, ed eri la nonna più spontanea del mondo… Ridevamo sempre tanto insieme e tu dicevi che solo con me potevi ridevi tanto, perché la mamma e la Mary erano più serie e tu le chiamavi “Cli do mummie”.
Non mi scorderò mai il tuo racconto più folle di tutti, credo di non aver mai riso tanto in vita mia. Mi sembra ieri quando mi raccontavi che in vacanza a Roma non trovavi il bagno e non la tenevi più. Alla fine disperata ti infilasti dietro un pesante tendone rosso in chiesa, dietro chissà quale confessionale, e la smollasti lì… Mi ricordo ancora quanto ridemmo quando lo raccontavi, avevi le lacrime agli occhi dal ridere, e io più di te!!!!
E poi ti ricordi delle risate che ti facevi insieme alle mie amiche, alla Eli e alla Franci? Ti ricordi quando sono venute alla pensione di Cattolica, le chiacchierate che facevamo, e anche loro avevano imparato a volerti bene. Tutti quelli che ti conoscevano rimanevano colpiti dal tuo spirito frizzante e goliardico.
Facevi il lavoro più bello del mondo, accoglievi i bambini nel loro ingresso nel mondo. Il tuo lavoro di ostetrica ti ha portato a farti amare ancora di più. Hai fatto nascere mezzo mondo e ti ringraziano centinaia di vite! Tutti ti amavano e ti premiavano con tantissimi doni, che tu apprezzavi sempre tanto. Ogni volta c’era un coniglio, un pollo, o della verdura che ti portavano a casa in segno di gratitudine, perchè tu eri così, tu facevi sempre tanti favori a tutti, e loro ne facevano a te per ricambiare.
E chi si dimentica le tante storie che raccontavi a noi bambini? Tutte le volte erano diverse. A volte eri logorroica, e se mi guardavo un film in tv tu iniziavi infiniti monologhi su chissà quante cose ti venivano in mente.
Ti ricordi le volte in cui raccogliavamo insieme la verdura nell’orto? E le domeniche a pranzo a mangiare da te? Quante cose buone ci cucinavi: la pasta fatta in casa, i “brutti ma buoni”, la minestra nel sacco, gli gnocchi, le tagliatelle, i tuoi splendidi ravioli di zucca, la torta di riso, il risotto col pesce, ricette fantastiche che nessuno potrà mai più cucinare come facevi tu… Nutrivi senza problemi l’intera decina di familiari che ti riempiva la casa ogni domenica, e dicevi che lavoravi come una bestia, ma non ti importava, se potevi avere tutta la tua famiglia unita accanto a te. Tu eri così, eri unica. Di donne così non ne fanno più. Se potessi essere amata solo un decimo di ciò che sei stata amata tu nella tua vita, potrei ritenermi sommamente soddisfatta.
Eri gioiosa sempre, anche se la vita ti aveva privato dell’uomo che amavi, o se in giovane età ti eri ammalata di tumore. Ricordavi sempre il nonno, e in quei momenti qualche lacrima ti scendeva, e io allora ti dicevo: “Nonna, lo rivedremo nel nuovo mondo al nonno Angelo” e anche se non ne eri sicura, ti sarebbe piaciuto tanto. Cara nonna, neanche a farlo apposta, davanti alla tua camera mortuaria oggi ho trovato proprio la scrittura biblica che amo, Giovanni 3:16, che mi ricorda il giorno in cui ti rivedrò, il giorno della vita eterna e del risveglio di milioni di esseri viventi. Non vedo l’ora che arrivi, il tempo in cui ti rivedrò in forze, bella e pimpante, come ti ricordo ora, con quel tuo spirito combattivo e vitale, senza più acciacchi, solo vitalità e benessere. Intanto mi piace ricordarti per come eri, una nonna amica, una nonna sprint, una nonna che sapeva ridere e scherzare come nessun’altra, una nonna che ha saputo starmi vicino quando ne avevo bisogno, una nonna che si farà ricordare per sempre.
Ti voglio bene nonna
La tua nipote preferita, come amavi definire tutti i tuoi nipoti 😉