Sintomi e cause del disturbo bipolare
[cjtoolbox name=’eADV 160×600′ ] [/cjtoolbox]Anche se non si conosce la causa esatta del disturbo bipolare, si ritiene comunemente che tra le cause ci siano fattori genetici ed ereditarietà. Come dice la parola stessa, il disturbo bipolare dell’umore è caratterizzato dalla presenza di due poli differenti. Il paziente alterna periodi di grande euforia ed energia in cui pare instancabile, a periodi di grave depressione o stanchezza. Il cambiamento tra i due poli può avvenire in maniera repentina o graduale. Una fase può durare per settimane o mesi. Durante la fase depressiva il paziente può avere umore nero e pensieri suicidi ricorrenti alternati a fasi maniacale o iperattive. Tra i sintomi ricorrenti del disturbo bipolare c’è l’alternanza di sentimoenti come grandiosità ed euforia misti a una costante di grandiosità, alternati in certi casi alla sensazione continua di subire ingiustizie, con una conseguente intolleranza, irritabilità e aggressività. Nella fase euforica c’è un ridotto bisogno di dormire e un aumentato coinvolgimento in lavori ed attività frenetiche. I pensieri cambiano in maniera repentina, ci si distrae facilmente e si nota un’agitazione fisica e mentale. Nella fase depressiva aumenta invece il bisogno di sonno, si è incapaci di concentrarsi, ci sono pensieri di morte, perdita di energia e affaticamento. La fase ipomaniacale può sfociare in depressione maggiore. Tra le conseguenze che un disturbo bipolare porta con sé ci sono spessp problemi economici, comportamenti illegali, abuso di sostanze e di alcol, divorzio, gesti violenti, dipendenza dal sesso, tendenza a spendere irrazionalmente, ridotta capacità lavorativa.
Depressione bipolare: un disturbo spesso frainteso
Spesso il paziente bipolare viene scambiato per una persona prepotente o irriverente, a volte eccessivamente euforica e iperattiva, a volte spenta e priva di volontà. Il problema è il continuo altalenare di emozioni e l’incostanza di questa malattia che in poco tempo può trasformare una persona normale in una persona rabbiosa e irritabile oppure in qualcuno impossibile da stimolare, stanco e demotivato. In dei periodi il paziente si sente una sorta di superuomo in grado di fare qualsiasi cosa, magari dorme pochissimo, anche solo due o tre ore per notte. In altri periodi il paziente forse dormirebbe per tutto il giorno, tanta è la stanchezza che prova. Chi è affetto da questo problema ha la sensazione di trovarsi sopra un motore acceso impossibile da fermare. Altre volte è la rabbia a prevalere e si perde il controllo o ci si infuria senza alcuna ragione apparente con qualsiasi persona che capiti a tiro. Ecco perché solitamente i familiari di pazienti con disturbi bipolari soffrono a loro volta, visto che non riescono a capire totalmente il problema. Accettare la malattia del loro caro diventa una lotta. Spesso i familiari stessi hanno bisogno di curarsi il problema della depressione. Il disturbo bipolare viene quindi definito come un camaleonte di disturbi psichiatrici, visto che i sintomi variano da paziente a paziente.
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Depressione bipolare: un problema degli artisti
Pare che moltissimi artisti e musicisti abbiano sofferto del disturbo bipolare dell’umore, un problema che pare abbia influito enormemente nel genio creativo di alte personalità del mondo dell’arte, della cultura e della musica. Moltissimi pittori espressionisti soffrivano di disturbi dell’umore. Tra i più famosi artisti, attori e scrittori che hanno sofferto o soffrono di questo disturbo pare ci siano stati: Richard Wagner, Ludwig van Beethoven, Friedrich Nietzsche, Giacomo Leopardi, Johann Wolfgang Von Goethe, Robin Williams, Winston Churchill, Napoleone Bonaparte,Vincent van Gogh, Kurt Cobain,Jaco Pastorius, Virginia Woolf, Vittorio Gassman, Jean Claude Van Damme, Axl Rose, Catherine Zeta-Jones, Mel Gibson, Ben Stille, Mike Tyson, Alda Merini e Indro Montanelli[77].
Disturbo bipolare: Trattamento e cura
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Il primo passo che il paziente deve compiere nella cura del disturbo bipolare è riconoscere che ci sia un problema. Moltissimi malati si vergognano di disturbo o ne sono spaventati, ragion per cui rifiutano di parlarne ad altri e addirittura di riconoscerlo dentro di loro. Quando però il problema perdura per settimane o addirittura mesi e anni diventa di primaria importanza imparare a chiedere aiuto, un aiuto di cui si ha disperato bisogno. La prima cosa utile da fare può essere parlare con un familiare intimo o un amico particolarmente comprensivo. Poi è indispensabile l’aiuto medico. Tantissimi malati col tempo arrivano a riconoscere che il trattamento li ha curati o ha comunque migliorato uno stato di salute precario. Una paziente ha ammesso ad esempio che i medicinali prescritti dal medico l’hanno salvata dalla disperazione, anche se spesso deve ricordare a se stessa di continuare a prenderli, perché ha capito che se smette i sintomi ritornano.
Nel trattamento del disturbo bipolare dell’umore generalmente vengono somministrati antidepressivi che diventano efficaci in un arco di tempo da due a sei settimane. Spesso usato come stabilizzante, il litio è adoperato comunemente nel trattamento delle fasi acute. Il disturbo bipolare viene curato anche con acido valproico, anticonvulsionanti e carbamazepina. Ottimi risultati sia hanno unendo le cure farmacologiche alla psicoterapia. Quando sussiste un disturbo di personalità, la psicologia cognitivo comportamentale risulta assai utile.
Come aiutare un paziente affetto da disturbo bipolare?
- Occorre aiutarlo a riconoscere i sintomi delle due fasi e apprendere come comportarsi in ognuna,
- Aiutarlo a seguire la cura farmacologica motivandolo continuamente,
- Aiutarlo ad apprendere strategie efficaci per affrontare le difficoltà quotidiane, come migliorare le abilità comunicative o gestire la rabbia,
- Insegnarli a gestire i pensieri irrazionali spingendolo a parlare,
- I familiari devono avere un atteggiamento collaborativo e positivo, informarsi al massimo sulla malattia del familiare e cercando di essere comprensivi nelle fasi maniacali o aggressive del paziente. Evitare di essere negativi o critici. Ci sono specifici corsi di psicoeducazione in cui si insegna alle famiglie ad aiutare il paziente nel modo corretto,
- Gruppi di sostegno e di auto-aiuto si sono rivelati utili in diversi casi.