Depressione infantile

In un libro sull’argomento il dott. Andrew Slaby scrive: “In quasi tutti i casi di suicidio che ho esaminato, gli indizi che rivelavano il piano suicida dell’adolescente erano stati ignorati o minimizzati. Familiari e amici non capivano la portata dei cambiamenti cui stavano assistendo. Si soffermavano sulle conseguenze e non sul problema di fondo, e così la diagnosi era ‘problemi familiari’, ‘uso di droga’ o ‘anoressia’. A volte si curavano rabbia, confusione e irritabilità, ma non la depressione. Il problema di fondo rimaneva lì, angoscioso e scottante”. — No One Saw My Pain.

Diagnosi e sintomi della Depressione infantile

Diagnosticare la depressione a bambini non è affatto facile, in quanto non avendo modalità comunicative come quelle degli adulti, faticano a descrivere le loro emozioni. Spesso, comunque, si notano dei sintomi comuni alla maggioranza dei bambini depressi. Un istituto di salute americano riferisce che un bambino su cinque può soffrire di qualche episodio di depressione acuta. Una delle tendenze più comuni da parte dei genitori è di non dar peso al problema sottovalutando l’entità dello stesso. Come capire se un bambino è depresso? Quando un bambino è depresso normalmente cambia la quantità di sonno, così come le abitudini alimentari. Il bambino avrà quindi meno energia e si sentirà più spesso stanco, senza voglia di uscire di casa e di giocare con gli amici, o di andare all’asilo e a scuola. Cala l’interesse per attività che un tempo lo entusiasmavano. Per evitare problemi più seri a livello fisico e mentale è importante dare al bambino la giusta attenzione familiare e medica.

Cause di depressione infantile

La depressione nei bambini non ha sempre la stessa causa o natura, dato che ogni bambini differisce l’uno dall’altro. Si possono tuttavia riconoscere alcune cause più comuni di depressione infantile: maltrattamenti, abusi sessuali, il divorzio, la perdita di un caro, la mancanza di uno o entrambi i genitori,  menomazioni e malattie. Le stesse cause valgono spesso per la depressione adolescenziale. La causa più frequente della depressione infantile è la presenza di qualche problemi in famiglia, che genera nei bambini ansia, depressione, disturbi dell’apprendimento, disturbi del sonno e disturbi di altro genere.

Quando un adulto depresso entra in una stanza quasi tutti notano che c’è qualcosa che non va. In un ragazzo depresso il problema è più difficile da notare, perché viene spesso camuffato con una maschera di relativo benessere o spavalderia. Occorre quindi trovare il giusto approccio e ambiente per permettere al bambino o ragazzo depresso di aprirsi pienamente, cosa che spesso gli permetterà di rivelare la natura della sua crisi. Non stupisce che un documento informativo sulla depressione registri un aumento del 23% l’anno riguardo ai casi accertati di bambini depressi o affetti da forte stress. L’attuale clima di incertezza economica e politica influisce spesso anche sui bambini, che si trovano oggi ad affrontare molte più paure rispetto al passato. Le statistiche indicano un aumento di casi di depressione, autolesionismo e suicidio in età infantile, registrati soprattutto in quelle zone a livello mondiale interessate da guerre, cambiamenti economici e sociali.
Purtroppo si è notato che la progressiva scomparsa dei genitori dal focolare domestico, dovuta al maggiore bisogno dei genitori di lavorare entrambi fuori casa, ha causato in molti bambini un senso generico di abbandono e depressione. Alcuni genitori cercano di colmare la loro assenza facendo molti regali costosi ai figli, o riempiendoli di beni materiali, strategie che spesso risultano controproducenti nel riempire il vuoto affettivo dei bambini.
La depressione infantile spesso porta ad altri eccessi tipici dell’adolescenza, come l’abuso di droghe, l’inserimento in gruppi violenti o atteggiamenti promiscui a livello sessuale. Da parte del genitore tali azioni sono lette spesso come semplici atti di ribellione momentanea, e risulta comunque difficile riuscire a vedere le situazioni con gli occhi del loro figlio, causa la difficile età dell’adolescenza che sembra trasformare i figli in perfetti estranei. La difficoltà dei genitori ad entrare in contatto coi sentimenti dei figli  è stato confermata da uno studio in cui si interrogavano diversi genitori sullo stato emotivo dei loro figli. Quasi tutti definirono i loro bambini come molto felici. Quando però vennero interrogati i bambini, la maggioranza si definì infelice o depressa. Questo dimostra quanto a volte i genitori siano lungi dal capire veramente i sentimenti dei loro figli o dal comprendere ciò che veramente li turba.

Alcune cause di depressione infantile, viste con gli occhi di un bambino:

Morte di un genitore = Senso di colpa. La morte di un genitore viene sovente vissuta dal bambino con un forte senso di colpa. La giovane mente infantile tende a concentrarsi sugli episodi di ostilità con il caro morto, il che lo fa sentire segretamente responsabile della sua morte.
Alcolismo = Tensione. Quando un bambino vive in una casa in cui è presente un alcolista, vive quotidianamente in uno stato di tensione, paura ed abbandono.
Divorzio = Abbandono. Se i genitori divorziano la logica del bambino conclude che se possono smettere di volersi bene tra loro, smetteranno anche di voler bene a lui.
Aspettative troppo alte = Frustrazione. Altro problema comune possono essere le aspettative troppo elevate che nel bambino generano forte frustrazione. Spesso i bambini si sentono al centro di una gara di competizione per chi eccelle di più in casa, a scuola o nel gioco, una gara frustrante che non finisce mai.
Liti fra i genitori = Paura. Le liti tra i genitori generano paura nel bambino, insieme a tic nervosi facciali, crisi di vomito, variazioni nel peso corporeo, ulcera e perdita di capelli.
Scuola = Ansia da separazione. Ci sono poi i bambini che vivono la scuola con una grande ansia da separazione, diventa molto difficile e triste separarsi dalla mamma per andare a scuola tutte le mattine.
Nascita di un bambino = Perdita. Anche la nascita di un fratellino può generare un senso di perdita nel bambino. Dover dividere le attenzioni e l’affetto dei genitori lo fa sentire abbandonato.
Sbagli = Umiliazione. Quando un bambino viene ripreso per i propri sbagli può avere la tendenza a sentirsi umiliato. L’umiliazione è una delle cause più comuni di suicidio tra i bambini, i quali possiedono un labile concetto di se stessi, ingigantendo spesso alcune colpe.
Handicap = Frustrazione. Quando un bambino ha qualche handicap ciò è foriero di grande frustrazione, in quanto questi bambini vengono spesi presi in giro dai compagni o sono il soggetto di continui stimoli da familiari e insegnanti che cercano di far loro superare certi limiti o fargli fare cose al di là delle loro capacità.

Come si può aiutare bambini ed adolescenti a superare la depressione?

Risponde il dott. Donald McKnew, dell’Istituto Nazionale per la Salute Mentale (USA), che studia questo soggetto da 20 anni., intervistato dalla rivista Svegliatevi!

Domanda: Quanto ritiene sia diffuso il problema?
McKnew: Nel corso di un recente studio condotto in Nuova Zelanda su mille bambini si è riscontrato che, a nove anni, circa il 10 per cento di essi aveva già avuto un episodio di depressione. E l’impressione che si ricava è che dal 10 al 15 per cento degli alunni delle elementari abbiano disturbi dell’umore. Inferiore è il numero di quelli che soffrono di depressione grave.
 Domanda: Come fa a stabilire se i bambini sono affetti da depressione grave?
 McKnew: Uno dei sintomi principali è che non provano piacere in nulla. Non vogliono uscire a giocare o stare con gli amichetti. Non si interessano della famiglia. Si riscontra mancanza di concentrazione; non riescono a stare attenti neppure ai programmi televisivi, non parliamo poi dei compiti. Si nota che si sentono inutili, che provano un senso di colpa. Vanno in giro a dire che pensano d’essere dei buoni a nulla o di non piacere a nessuno. O non riescono a dormire o dormono troppo; perdono l’appetito o mangiano troppo. Per giunta esprimono pensieri suicidi come: “Vorrei non esistere”. Se esistono vari di questi sintomi, che perdurano da una o due settimane, allora il bambino è affetto da depressione grave.

Domanda: Quali sono i principali fattori che scatenano la depressione nei bambini?
McKnew: Tra i fattori specifici nella vita di un qualsiasi bambino, quello principale è probabilmente l’aver perso qualcuno. Di solito si tratta della perdita di un genitore, ma può trattarsi anche di amici, di parenti stretti o perfino di un animale a cui il bambino era affezionato. Al secondo posto metterei il non essere apprezzati o accettati. Vediamo uno straordinario numero di bambini che sono disprezzati e trattati in modo da farli sentire piccoli o insignificanti dai genitori. A volte il bambino diventa il capro espiatorio. Se in famiglia qualcosa va storto, che ne sia responsabile o no, la colpa viene data sempre a lui. Di conseguenza egli si sente privo di valore. Un altro fattore è quando un genitore soffre di un disturbo dell’umore.
Domanda: Un libro di cui lei è coautore (Why Isn’t Johnny Crying?) dice che alcuni ragazzi depressi si danno alla droga e all’alcool o infrangono addirittura la legge. Perché?
McKnew: Crediamo che cerchino di nascondere la loro depressione, anche a se stessi. Spesso, a tal fine, si tengono occupati in altre cose, come rubare macchine, drogarsi o bere. Sono modi per mascherare quanto si sentono male. In effetti, il cercare di nascondere la depressione è uno degli aspetti più evidenti in cui i bambini differiscono dagli adulti.
Domanda: Come si fa a stabilire se si tratta di un bambino depresso o solo di un bambino ribelle?
McKnew: Parlando con loro, aiutandoli ad aprirsi, spesso si scopre che sono depressi. E se la depressione è debitamente curata, il loro comportamento migliora. Anche se a prima vista non sembrava, sotto sotto il problema era la depressione.
Domanda: Come si fa ad aiutare un bambino depresso ad aprirsi?
McKnew: Prima di tutto, scegliete un momento e un luogo tranquilli. Poi fate domande specifiche come: ‘C’è qualcosa che ti preoccupa?’ ‘Ti senti triste o malinconico?’ ‘Sei turbato?’ Se il bambino ha perso qualcuno, a seconda delle circostanze, si può chiedere: ‘Senti la mancanza della nonna come la sento io?’ Date al bambino la possibilità di esternare i suoi sentimenti.
Domanda: Quale suggerimento darebbe a bambini molto depressi?

McKnew: Di parlarne con i loro genitori. È importante diagnosticare la depressione, perché in genere i bambini sono gli unici a sapere che sono depressi. Genitori e insegnanti di solito non se ne rendono conto. Ho visto adolescenti andare a dire ai propri genitori: “Sono depresso, ho bisogno di aiuto”, e l’hanno ricevuto.
Domanda: Come può un genitore aiutare un figlio depresso?

McKnew: Se la depressione risulta essere debilitante, non è da curare a casa, come non lo sarebbe una polmonite. Se si tratta di una forma di depressione debilitante bisogna consultare uno specialista, perché può darsi ci sia bisogno di farmaci. Interveniamo con farmaci in oltre metà dei casi, anche su bambini di appena cinque anni. Cerchiamo pure di aiutare il ragazzo a cambiare il suo modo di pensare. E con questi mezzi nella maggioranza dei casi la depressione è curabile.

Domanda: Se non si tratta di una forma debilitante, cosa può fare un genitore?
McKnew: Esaminate onestamente voi stessi e la vostra famiglia. È venuto a mancare qualcuno, cosa che bisogna discutere e affrontare? Quando un bambino perde qualcuno, non sottovalutate la sua tristezza. Consentitegli di superare il suo dolore. Rivolgete al bambino depresso speciali attenzioni e lodi, e dategli appoggio morale. Trascorrete più tempo insieme, voi due soli. Il vostro affettuoso interessamento è la cura migliore.

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